Le letture della domenica

Liturgia della Parola – 17 marzo 2024 

Quinta domenica di Quaresima – Tempo B

1. Dal libro del profeta Geremia (31,31-34).
2. Salmo responsoriale (Sal 50) Rit.: Crea in me, o Dio, un cuore puro. 
3. Dalla lettera agli Ebrei (5,7-9).
4. Dal vangelo secondo Giovanni (12,20-33).

N.B. Per leggere il testo delle letture puoi cliccare sul link a fianco Bibbia CEI e cercare i testi biblici.

…  un contributo per riflettere e pregare

La quinta domenica di quaresima del ciclo B offre tre letture dense di significato. La prima lettura tratta dal profeta Geremia presenta la nuova alleanza che ha la particolarità di essere scritta nel cuore delle persone e non sulla pietra come era stato per i Decalogo. Occorre sapere che il termine “cuore” nell’Antico Testamento è il luogo della razionalità dove la persona prende le decisioni fondamentali e opera le scelte per la propria vita. Ecco perché il profeta, a nome di Dio, dice che la novità è quella di una alleanza nuova incisa nel cuore: Dio entra in una relazione profonda con l’essere umano del quale, nonostante le infinite infedeltà e tradimenti, vuole la felicità.
La seconda lettura è presa dalla lettera agli Ebrei che mostra Gesù umano, sofferente, che chiede aiuto al Padre il quale lo esaudisce: Gesù diventa colui attraverso il quale la salvezza è data a coloro che lo accolgono.
Dal Vangelo, infine, viene preso un episodio del Vangelo di Giovanni detto “dei Greci” che vogliono vedere Gesù. Di questi personaggi poi non si parla più in modo esplicito nel resto del brano ma che in realtà restano presenti in un altro modo: essi rappresentano il lettore, cioè noi, che chiediamo di vedere Gesù. Nel Vangelo di Giovanni il verbo vedere ha un significato che va oltre il semplice atto fisico, è qualcosa di più: si tratta di un vedere che fa entrare in relazione con Gesù, un vedere che vuol dire fare esperienza di Gesù, un contemplare Gesù stesso. È per questo motivo che Egli risponde ai “greci”, cioè a noi, ad un livello molto alto dicendo chiaramente cosa significa vederlo: abbracciare la sua croce e seguirlo. Il vedere non è per curiosare o sparlare ma per entrare in una relazione profonda con lui tanto da condividerne il cammino che, prima di arrivare alla resurrezione, passa per la croce. Su questo Gesù è chiarissimo. Per questo possiamo dire con il salmista “Crea in me un cuore puro” perché possiamo vedere Gesù e seguirlo sulla via che realizza la vita di ognuno.