Introduzione

Quando si parla di introduzione alla Bibbia ci si immette veramente in un ambito molto vasto e complesso. Possiamo sintetizzare l’introduzione della Bibbia secondo due piste principali: quella classica e quella mista.

  1. L’introduzione classica si basa sui quattro famosi trattati che ancora oggi fanno da impalcatura alle molte pubblicazioni specialistiche su questo argomento. I trattati sono: il canone, il testo, l’ispirazione e l’ermeneutica. Il trattato sul canone illustra la storia che ha dato vita all’attuale composizione della Bibbia mostrando le scelte che hanno portato gli ebrei e i protestanti a riconoscere un numero minore di testi sacri rispetto ai cattolici. Il canone cattolico dell’Antico o Primo Testamento è di 46 libri mentre il canone ebraico e protestante è di 39. Il Nuovo Testamento sacro solo per i cattolici e i protestanti è formato da 27 libri. Il trattato sul testo si preoccupa di introdurre alle lingue originali (ebraico, aramaico e greco) e alle loro particolarità. Ma si preoccupa anche di studiare i materiali usati per le prime scritture, come le tavolette di argilla, i rotoli di papiro, le pergamene, fino ad arrivare ai codici. Il trattato sull’ispirazione cerca di mostrare come gli autori della Bibbia siano Dio e gli agiografi (così vengono chiamati gli autori dei testi sacri dal libro di Genesi fino all’Apocalisse). L’ultimo trattato, l’ermeneutica, cerca di comprendere come interpretare la Bibbia. Per questo spesso si parla di studiare i tempi in cui sono stati scritti i testi sacri, la differenza tra autore e redattore finale, quali sono stati i generi letterari usati e quali regole adottare per una corretta interpretazione della Bibbia.
  2. L’introduzione mista si preoccupa più di un approccio globale con la Bibbia in quanto ha l’obiettivo principale di iniziare alla conoscenza del testo sacro non con dei trattati ma con degli spunti che leghino con la quotidianità delle persone. In questa impostazione l’attenzione è più pedagogica che specialistica, è più ‘personale’ che manualistica. Si teme, infatti, che l’aspetto tecnico – specialistico sia più un limite, un inciampo per chi vuole imparare anziché un incentivo. L’aspetto tecnico, in questa prospettiva, è di chi vuole approfondire in modo specialistico o comunque secondario per chi inizia lo studio della Sacra Scrittura.