Ispirazione

L’ispirazione dei Libri sacri fa parte dell’attività rivelatrice di Dio stesso. Lo spirito di Dio o Spirito Santo è presente sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento[1] che muove e dà vita.
La questione dell’ispirazione, in nome di uno studio “scientifico”, spesso non viene presa in seria considerazione facendo così perdere parte del significato del testo. Invece la Bibbia acquista un significato ancora più profondo se vista anche con questa componente.

Vediamo alcuni testi importanti:

  • 2Pt 1,21: “… poiché non da volontà umana fu recata mai una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlavano quegli uomini da parte di Dio”
  • 2Tm 3,16: “Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona”.

Così il Concilio Vaticano II:

  • Dei Verbum 9: “Infatti la Sacra Scrittura è parola di Dio in quanto è messa per iscritto sotto l’ispirazione dello Spirito Santo divino”

Per parlare dell’ispirazione della sacra scrittura occorre rifarsi al periodo storico in cui queste definizioni furono maturate: è il periodo della chiesa apostolica che sta riflettendo sulla sua natura alla luce dell’evento fondamentale o, meglio ancora, fondatore, quello di Cristo morto e risorto che ha dato origine alla prima comunità cristiana e Chiesa. Si tratta di un contesto che favorisce la riflessione sulla ispirazione della Bibbia stessa.
San Paolo nella 1Cor 2,12 dice: “Noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato”.
Sempre la 1Pt 1,10-12 in forza della consapevolezza della presenza dello spirito si arriva a pensare che ciò è accaduto per i profeti dell’AT:
10 Su questa salvezza hanno indagato accuratamente i profeti, che profetarono intorno alla grazia diretta a voi,  11 indagando quale e di quanto valore fosse il tempo che lo Spirito di Cristo in anticipo testimoniava loro, tempo a cui erano riferite le sofferenze per Cristo e l’ abbondanza di gloria che sarebbe seguita.  12 Fu loro rivelato che non rendevano un servizio a se stessi, bensì a voi in tutto questo che ora vi è annunciato da coloro che vi hanno evangelizzato in forza dello Spirito Santo inviato dal cielo: gli angeli bramano vedere tutto questo”.

In questa ottica il testo della Bibbia indica, nell’itinerario dall’Antico al Nuovo Testamento, come arrivare a Cristo svelandone l’identità e la missione, ma anche la sua stessa origine: lo Spirito Santo.

Per un approfondimento su questo aspetto si può vedere;

CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Costituzione Dogmatica sulla Divina Rivelazione Dei Verbum, 1965.

BENEDETTO XVI, Esorazione postsinodale Verbum Domini, 2010

PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA, Ispirazione e Verità della Sacra Scrittura. La Parola che viene da Dio e parla di Dio per salvare il mondo, 2014.

MANNUCCI Valerio – MAZZINGHI Luca, Bibbia come parola di Dio, Introduzione generale alla Sacra Scrittura, Queriniana 2016. Questo testo ha visto la sua prima edizione nel 1981 curato interamente dal Prof. Mannucci.

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[1] È presente nell’atto creativo di Gen 1,2;  nel passaggio del mare in Es 15,8.10;  era presente nei Giudici d’Israele; si posa sul figlio di Iesse (Is 11,2); sul servo di Jhwh (Is 42,1); entra in un mucchio di ossa aride che ricominciano a vivere (Ez 37,1-4). Così nel Nuovo Testamento: discende e rimane su Gesù (Gv 1,32-33; Lc 4,16-21 e Is 61,1-2); discende come lingue di fuoco sui discepoli riuniti nel cenacolo (At 2). Tutta l’opera lucana è intrisa di riferimenti allo Spirito Santo (Lc 1,8). Anche l’ebreo Giuseppe Flavio nel Contra Apionem, I, 8,37-38 dice: «Tra noi non è permesso a tutti di scrivere la storia, ma soltanto i profeti raccontarono con chiarezza i fatti lontani e antichi per averli appresi mediante ispirazione divina». Si può vedere anche la Lettera di Aristea, 313 del 130 a.C. che afferma: «(non si fa menzione in nessun storico o poeta) a motivo del carattere augusto di questa legge e perché essa viene da Dio». Per questa parte cf  Fabris R., Introduzione , o.c. pp. 403.