Libri sapienziali e poetici

Nella introduzione alla Bibbia si è già accennato alla composizione di questo testo sacro per ebrei (solo la prima parte o primo testamento) e cristiani (entrambe le parti, primo e secondo testamento). Il primo/antico testamento per gli ebrei è diviso in tre parti: Torah (Legge o Istruzione), Profeti (anteriori e posteriori) e Altri scritti. Per i cristiani invece la divisione del primo/antico testamento è quadripartita: Pentateuco, Libri storici, Libri profetici e Libri Sapienziali e poetici.
I testi sapienziali sviluppano due linee di pensiero. La prima è la teoria della retribuzione: ad ogni azione corrisponde il premio o la punizione. Esempio di questa convinzione sono i libri dei Proverbi, della Sapienza e del Siracide ma anche alcuni passi del Nuovo testamento come l’episodio di Giovanni 9,2 a proposito del cieco nato. I discepoli chiedono a Gesù «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?». La seconda riflessione, presente in particolare in Giobbe e Qoelet, è data dal giusto che soffre pur non avendo fatto nulla di male o dai malvagi che sovrastano i buoni.
La sapienza in questi testi non è una semplice dote umana. E’ la stessa presenza di Dio nella storia. E’ attraverso di essa che Egli ha creato il mondo nel quale abita.
Essere saggi allora significa essere in stretta unione con Dio e quindi operare secondo un progetto che mira alla salvezza dell’essere umano soprattutto dalla propria ipocrisia e chiusura di possibilità alla vita piena.

I libri sapienziali sono:

Giobbe, Proverbi, Qoelet (o Ecclesiaste), Siracide (Ecclesiastico) e Sapienza.

I libri chiamati poetici che vengono normalmente aggiunti a questo gruppo sono:

Salmi e Cantico dei Cantici.

Salmi e Cantico dei Cantici.