Avvento

Avvento tempo di attesa nell’ascolto

Oggi inizia per il mondo cristiano cattolico di rito romano il periodo dell’Avvento. In questo periodo i credenti si preparano alla venuta del Signore Gesù che festeggeranno con il ricordo della sua nascita a Natale che viene convenzionalmente fissata il 25 dicembre di ogni anno. Tanti sono i sussidi che presentano il significato di questo periodo dell’anno liturgico e ad essi rimando per un approfondimento.

Vorrei invece soffermarmi su un verbo, caro alle narrazioni bibliche, che può caratterizzare questo periodo: ascoltare.

Nella Bibbia questo verbo è usato in vari luoghi e per varie situazioni. Certamente però il passo di Deuteronomio 6,4 stigmatizza il significato biblico di questo verbo: “Ascolta, Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo”. Si tratta della famosa preghiera dello schemà che ancora oggi i fedeli ebrei, nostri fratelli maggiori, recitano. Altri passi di particolare rilievo, come esempio, sono 1Sam 3,9-10, che presenta la chiamata da parte di Dio del piccolo Samuele che diventerà profeta così pure i salmi 81,9 e 95,7. Anche il Nuovo Testamento: Lc 8,4-21 insieme al Vangelo di Giovanni che fa dell’ascolto un tema di primo piano perché solo con questo atteggiamento si può accogliere la Parola, il Verbo di Dio, che si fa uomo: Et Verbum caro factum est (Gv 1,14).

Questo atteggiamento riveste allora particolare importanza per gli autori della Bibbia e lo dovrebbe essere anche per noi oggi.

La domanda che dovremmo fare a noi stessi è se siamo veramente persone che sanno ascoltare. Come si fa ad accogliere l’Altro se non lo si ascolta, come si fa ad essere prossimo se non ascoltiamo quanto l’altro sta condividendo. Una condizione per ascoltare è tacere e porre attenzione se non altro per non sprecare o fare passare invano quella possibile ricchezza che ci viene offerta.

Ascoltare nel silenzio di sé stessi arricchisce. Il nostro essere logorroici è segno della nostra povertà che non permette all’altro di renderci migliori.

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