La solennità dell’Immacolata Concezione affonda le sue radici già nell’XI secolo fino a quando nel 1854 Papa Pio IX la proclamò come verità dogmatica. Questo testimonia quanto la fede della chiesa si senta coinvolta nella vicenda della giovane donna di Nazareth. La devozione nei suoi confronti è stata ed è veramente profonda. Questo viene testimoniato a vari livelli: dai molti movimenti religiosi a lei consacrati, dalla riflessione teologica, dall’arte, dalla letteratura. Basti pensare a tutta l’iconografia che la riconosce come la Madonna della tenerezza, come colei che indica la via. Al famoso passaggio di Dante nella Divina Commedia riportato di seguito. La musica, poi, si è espressa e si esprime in modi diversi: dal gregoriano alla musica a noi contemporanea. Le chiese a lei dedicate ne fanno quel luogo dove chiunque, credente o non credente, può interrogarsi e trovare risposte significative.
Le letture bibliche di questa solennità puntualizzano che la condizione umana in Maria ha riacquistato quella grandezza che aveva perso con il peccato di origine commesso dai progenitori. Genesi mostra che l’uomo/la donna si sono persi in quanto avevano confidato nel tentatore che gli aveva promesso che potevano eguagliare Dio conoscendo il bene e il male, il Vangelo al contrario mostra che l’uomo/la donna sono divenuti grandi grazie all’umiltà di una semplice donna che si è fidata delle parole divine giunte a lei tramite l’angelo. Grazie a Maria, al suo sì, anche noi possiamo dire di avere “contemplato le meraviglie dell’amore di Dio” nell’incarnazione e nella salvezza portata dal Figlio Gesù.
Dante, Paradiso, canto XXXIII
Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d’eterno consiglio,
Tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì, che ‘l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l’amor,
per lo cui caldo ne l’etterna pace
così è germinato questo fiore.
Qui se’ a noi meridiana face
di caritate, e giuso, intra i mortali,
se’ di speranza fontana vivace.
Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazie e a te non ricorre,
sua disianza vuol volar sanz’ali.
L’immagine della nascita di Maria è di Pietro Cavallini e risale al 1291, si trova nella chiesa di S.Maria in Trastevere a Roma. Con questa raffigurazione e con i versi di Dante riportati sopra si vuole sottolineare che già dall’XI secolo veniva riconosciuta a Maria la sua Immacolata concezione prima ancora della promulgazione del dogma avvenuta nel 1854 da parte del Papa Pio IX.
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